martedì 3 aprile 2012

Una molletta da bucato

Oggi è iniziata la settimana di orientamento per gli studenti stranieri. Mi presento alle 10 come previsto davanti ad una delle aule nel campus principale, dove trovo molti altri studenti, divisi in gruppetti: alcuni chiacchierano, altri scrivono il proprio nome e disegnano la bandiera della propria nazione su etichette che poi si applicano sul petto, altri ancora si guardano in giro in attesa di un segnale. Finalmente si presentano i nostri "Tutoren" che distribuiscono delle borse di tela piene di brochure, depliant e simili e ci fanno entrare nella "Horsaal". Qui iniziano i discorsi di accoglienza dei vari responsabili degli uffici che offrono servizi agli studenti stranieri. Tra questi c'è anche il capo della polizia di Kassel, che oltre ad invitarci a rivolgerci alla Polizei in caso di necessità, ci invita ad unirci a lui domani per seguire un breve tour dell'università in cui ci illustrerà le misure di sicurezza in caso di emergenza. Sicuramente farò un salto, anche perché il tipo mi ispira simpatia.

Terminati i discorsi d'accoglienza i tutor si presentano e ci dicono di guardare nelle nostre borse: se ci troviamo una molletta saremo nel gruppo di Ali, se troveremo una cannuccia saremo guidati da Chris se una merendina da Hatice. Nella mia borsa trovo una molletta da bucato e quindi, uscita dalla sala, seguo Ali in un'altra classe dove ci riuniamo per fare conoscenza e veniamo istruiti su altri aspetti della vita universitaria. Il tutto è molto utile ed interessante ma io continuo a controllare l'orologio perché so che all'una l'ufficio servizi informatici chiude e se non riesco a presentarmici in tempo col mio portatile resto senza internet per un altro giorno. Da buona internet-dipendente quale sono e desiderosa di ricollegarmi al world wide web per dare mie notizie ai miei genitori e agli amici devo ottenere la connessione entro stasera.

Finalmente Ali ci lascia liberi a venti all'una, quindi io attraverso di corsa l'università, mi precipito in appartamento, recupero il portatile, riesco dal dormitorio e ritorno al campus di corsa, manco stessi recitando nel versione moderna di "Lola corre" (p.s. se non l'avete visto è un buon film tedesco che vale la pena guardare). Giungo ansimante e schifosamente sudata all'ufficio quando mancano due minuti all'una, mi presento come una disperata alla porta dell'ufficio e blatero qualcosa tra il tedesco e l'inglese per attirare l'attenzione del tecnico. Dopo cinque minuti il mio portatile è finalmente assettato per la connessione nel campus. Vittoria!!!! Ora posso finalmente rilassarmi.

Non resisto alla tentazione e provo subito a connettermi: che gioia nerdosa mi riempie quando sullo schermo compare la homepage di google! Quindi passo le due ore di pausa a nostra disposizione a rispondere alle domande e ai messaggi inviatemi in questi pochi giorni da amici e parenti curiosi di sapere come sto, come mi trovo, come va.... Dopodiché giunge il momento della gara: una sorta di caccia al tesoro per acquisire un po' di dimestichezza con l'università.

Raggiungo gli studenti erasmus davanti alla biblioteca e qui i tutor ci fanno dividere in gruppi di cinque persone, tutte di nazionalità diversa, e ci consegnano dei fogli su cui sono stampate delle domande cui dobbiamo rispondere nel giro di un'ora. Iniziamo quindi a leggere e a cercare le risposte tra gli appunti presi durante la mattinata, chiedendo agli studenti o recandoci negli uffici indicati nel questionario. Un'ora dopo consegnamo i fogli compilati ai tutor presso uno dei bar dell'università e attendiamo l'esito delle correzioni. In palio ci sono premi per tutti e la merenda.

Terminate le correzioni entriamo nel bar e viene dato il via alla premiazione. Le squadre sono dieci in tutto e dato che ci sono premi per tutti, la lettura della classifica parte dal decimo posto. La procedura è la seguente: la squadra viene nominata, quindi raggiunge l'area della premiazione, posa per una foto di gruppo, riceve la borsa coi premi e si prende la meritata merenda. Il meccanismo è semplice, ma in realtà la cosa si protrae a lungo. Soprattutto se la tua squadra si è posizionata al terzo posto. Nella nostra borsa-premio troviamo regali molto utili come il biglietto per un giro in barca sulla Fulda, il biglietto per entrare in un museo a scelta e il portachiavi-apribottiglie che mi serviva proprio per appenderci la chiave dell'appartamento e altre cose un po' meno utili ma molto carine.

Sfinita da questa giornata piena torno in appartamento per provare la connessione wireless anche a casa e scopro che qui non funziona. La coinquilina bulgara mi dice che c'è bisogno di un cavo per la connessione e dunque mi precipito al Saturn a comprarlo. Torno a casa, effettuo i vari collegamenti e il magico cavetto mi porta il mondo sulla scrivania. Ora sì che posso rilassarmi. Anche se essere collegata al web comporta il dover rispondere a tutti e collegare con chi è disponibile via skype, cosa che richiede una qualche ora.

Quando riemergo dalla mia stanza per andare a cibarmi incontro nel salotto Ryan, il coinquilino americano, e Claudia, una ragazza della Cattolica di Milano che avevo contattato prima della mia partenza per avere alcune informazioni di tipo pratico. Ryan e Claudia hanno iniziato la loro esperienza di studenti a Kassel assieme e da allora sono molto amici. Mi invitano ad andare con loro ad una festicciola in un altro dormitorio. Quindi dopo un po' di chiacchiere vado a prepararmi e a mezzanotte usciamo per dirigerci a Mönchberger Straße.

Arriviamo davanti ad un edificio con le luci accese a piano terra. Claudia manda un messaggio al ragazzo spagnolo e poco dopo qualcuno si presenta ad aprirci la portafinestra del piano terra, dove si trova la stanza comune del dormitorio. L'enorme stanza è praticamente vuota. Sulla destra ci sono dei divani, tra i quali sono stati stesi dei materassi dove dormiranno gli amici dello spagnolo, venuti a trovarlo. L'angolo in fondo a destra è occupato dalla cucina, di fronte alla quale ci sono dei tavoli sui quali si trovano un paio di casse di birra. La cassa di birra, soprattutto di marca Krombacher (una delle più economiche), è un soprammobile che adorna i salotti o le cucine di tutti gli studenti erasmus che si rispettino.

Il gruppetto di festaioli è alquanto ridotto, siamo una decina e il fatto che i ragazzi spagnoli non parlino altro che la loro lingua non ci permette di comunicare molto. Chiacchiero un po' con Claudia e Ryan cercando di sovrastare la musica spagnola che esce dalle casse collegate al computer in mezzo alla stanza, ma quando io e Ryan capiamo che nessun altro si presenterà decidiamo di andarcene. Scelta ulteriormente corroborata dal fatto che la stanza improvvisamente si riempie delle note di una canzone di Laura Pausini in versione spagnola.

Mentre io e il mio coinquilino camminiamo verso casa vengo a conoscenza di un fatto alquanto singolare (anche se prevedibile effettivamente). Ryan mi rivela infatti che l'università sorge al posto di una fabbrica di Panzer in attività durante la seconda guerra mondiale. Che si trattasse di una ex-fabbrica l'avevo capito dalla ciminiera che si erge imponente al centro del campus. Che fosse una fabbrica di carri armati, invece, non l'avevo immaginato. Con questa notizia estremamente stimolante per la mia immaginazione si conclude anche questo mio primo martedì da studentessa erasmus.

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