sabato 7 aprile 2012

Normalità: vocabolo assente nel dizionario dell'Erasmus

Sabato: gita a Göttingen. Ritrovo alla stazione centrale alle ore 9.25: non male visto che sono tornata a casa alle tre la notte precedente. Nonostante tutto riesco a svegliarmi senza grossi problemi addirittura prima che suoni la sveglia. Quindi arrivo puntualissima al ritrovo e dopo quarto d'ora si parte. La mia non è l'unica faccia stanca, tanti hanno festeggiato ieri sera e alcuni non sono nemmeno andati a dormire. Si tratta di alcuni ragazzi della Bulgaria che ieri sera erano nel mio appartamento a festeggiare, lì li ho ritrovati al mio ritorno in tarda nottata e stamattina alle sette sentivo ancora le loro voci nel salotto. Questi Bulgari hanno una capacità di resistenza all'alcool e al sonno incredibile!

Mentre aspettiamo nell'atrio della stazione vediamo avvicinarsi un ragazzo vestito da infermiera con tanto di parrucca biondo platino a caschetto. Inizia ad estrarre dolcetti ed altri oggetti dalla scatola che porta con sé spiegando che tra qualche giorno si sposerà e com'è tradizione in Germania bisogna vendere degli oggetti a sconosciuti per racimolare un po' di soldi. Purtroppo per lui nessuno di noi gli presta attenzione e quindi è costretto a tentare la fortuna tra i passeggeri del treno su cui saliamo anche noi. A quanto pare questo è un periodo buono per i matrimoni in questa zona, perché non è la prima persona che incontro in questi giorni. Per di più in centro a Göttingen ne troviamo un'altra.

La partenza del treno è accompagnata da una spolverata di neve, cosa che lascia alquanto allibita visto che siamo ad Aprile e non ci troviamo al Polo Nord!!! In ogni caso l'ansia che la neve ci stia aspettando anche a Göttingen scivola via dalla mia mente nel momento in cui vedo dei raggi di sole entrare dal finestrino lungo il viaggio. Giunti a destinazione usciamo dalla stazione e le mie speranze in un clima più mite vengono violentemente spazzate via da una raffica di vento gelido che taglia letteralmente la faccia. Inizio a chiedermi chi me la fatto fare di alzarmi e venire qui, tanto avrei mille altre occasioni per visitare la città. Ormai sono qui, vediamo di goderci la passeggiata.

Göttingen è una piccola cittadina con un centro storico alquanto pittoresco, tempestato di case a graticcio che qui, a differenza di Kassel, sono sopravvissute ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Gli edifici che circondano il centro, invece, contrastano pesantemente con lo stile architettonico del centro: si tratta per lo più di palazzi risalenti agli anni Settanta, dalle linee dritte e squadrate e dai colori tristemente spenti e piatti. Percorriamo il "Cammino dei Pianeti", seminato di pannelli che rappresentano i pianeti e il sole, quindi giungiamo alla "Statua della Felicità" per poi dirigerci al municipio, che visitiamo internamente e quindi ci dirigiamo verso il giardino botanico e poi all'università.

Terminato il giro ritorniamo verso il centro per pranzare e in attesa dell'ora di partire alcuni di noi si infilano in una caffetteria per terminare il pranzo con un caffé o un cappuccino. Si rivela un  momento per approfondire la conoscenza di alcuni degli studenti erasmus che ormai vedo da giorni, ma di cui conosco a malapena il nome. Tra tutti quello che si distingue di più è Ivans, un ragazzo Brasiliano dai tratti tedeschi (proviene dal sud dello stato, che è stato luogo di emigrazione per tedeschi e italiani), che studia ingegneria meccanica qui a Kassel.

La sua abiliità di infilare una battuta dietro l'altra, accompagnata dalla capacità di rapportarsi a chiunque come se fosse suo amico da anni e il sorriso perennemente stampato in faccia si mescolano in un vortice energetico che risulta contagioso. Non gli ci vuole molto per dominare la scena e il fatto che abbia una vita alquanto interessante non fa che aggiungere una nota di fascino che cattura tutti i presenti. Studente di ingegneria, è anche titolare di un mattatoio che era di proprietà del padre ora deceduto e che lui ora gestisce con l'aiuto della madre e della sorella. Tra i progetti per il futuro ha il matrimonio all'età di ventisette anni, seguito da tre anni di viaggi per il mondo assieme alla moglie (che ha cinque anni di tempo per trovare) dopodiché potrà iniziare a figliare. Da bravo ingegnere, come dice lui, ha già pianificato tutto meticolosamente.

Terminato lo show di Ivans ci dirigiamo verso la stazione. Passando sopra un ponte notiamo un carrello della spesa ed una bicicletta sono stati gettati selvaggiamente nell'acqua. Ivans non ci pensa due secondi di più: scende al fiume attraverso la discesa che lo collega alla strada principale, recupera il carrello, pieno di alghe ed inizia a spingerlo per la strada. In quel momento sopraggiunge un altro studente erasmus completamente pazzo, un bulgaro con un nome che ricorda tanto un medicinale, Viksan, che si propone di saltare nel carrello per farsi spingere. Suo malgrado il carrello continua a scivolare, impedendogli di salire, al che Ivans agilment salta nel carrello e si fa spingere da Viksan fino alla stazione. Una coppia di comici è nata.

Il pomeriggio trascorre in fretta tra la spesa e un sonnellino per recuperare le ore di sonno perse e quindi arriva presto il momento di prepararsi ad uscire. Questa sera si esce con Ryan, Chris, uno dei tutor dell'università, e il suo amico Daniel, altro tutor dell'università. Dato che Ryan, da buon americano, non parla molto tedesco, passiamo la prima parte della serata  a conversare in inglese, dopodiché ho la possibilità di parlare finalmente in tedesco con Chris e Daniel, che si alternano a chiacchierare con me e Ryan.

Daniel e Chris studiano e vivono a Kassel da qualche anno e quindi conoscono bene la città. Passiamo in rassegna un paio di locali, che purtroppo sono troppo affollati e ci dirigiamo quindi al "Lolita", un bar su due piani in stile "vintage" un po' come il 24 di Cunettone di Salò e per la prima volta da quando sono qua finisco in un locale in cui mi sento a mio agio, sia per la gente che per la musica. Tra una birra e l'altra scopro un paio di cose "interessanti".

Innanzitutto vengo informata che è abitudine dei giovani tedeschi  brindare guardandosi negli occhi, perché il mancato scambio di sguardi è portatore di sette anni di sesso insoddisfacente. In secondo luogo, chiacchierando con Daniel, vengo a sapere che al piano terra del palazzo in cui vive lui (il che vuol dire a trecento metri da dove vivo io) sei anni fa un kebapparo è stato ucciso da dei neo-nazisti nel suo negozio e che qualche giorno fa, in occasione dell'anniversario, le troupe televisive hanno trascorso un'intera giornata sulla scena del crimine per ripercorrere gli eventi. Direi che dopo la fabbrica di Panzer e questo non so proprio cos'altro aspettarmi. Kassel è decisamente una città piena di storia!

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