venerdì 6 aprile 2012

Karfreitag - Venerdì Santo

Venerdì santo: in Germania è festa nazionale, quindi negozi ed uffici sono chiusi. Non avendo molto da fare e non potendo nemmeno uscire per fare un giro per negozi decido di dormire fino a tarda mattina, anche perché il fatto che sia festa mi autorizza automaticamente a farlo. Non è festa se non si può dormire fino a tardi. Dopo colazione porto la tazza in cucina per lavarla, mi guardo in giro, faccio un respiro profondo e decido che è giunto il momento di pulire la cucina.

Infilo i guanti, mi armo di straccio e "Chillit Bang" e lentamente inizio ad eliminare gli strati preistorici di grasso e polvere accumulatisi negli anni. Fortunatamente viene in mio soccorso Cecilia, la ragazza spagnola e così in "sole" tre ore portiamo a compimento un lavoro che renderebbe orgoglioso Mastro Lindo o come è chiamato qui Meister Proper.

Nella pulizia riempiamo due sacchi di spazzatura e li portiamo nel cortile nell'area occupata dai cassonetti. Sorprendentemente esiste un solo cassetto per i rifiuti misti e uno per la carta. A quanto pare da queste parti la raccolta differenziata non è uno dei problemi principali. Il campo a pochi metri da qua ne è una testimonianza: ha decisamente l'aspetto di una discarica a cielo aperto. Dal momento che l'unico cassonetto disponibile è anche stracolmo siamo costretti a lasciare i sacchi per terra nelle vicinanze. Devo ammettere che appoggio il sacco a terra con una certa riluttanza essendo ormai entrata completamente nella mentalità della raccolta differenziata.

Dopo una doccia rapida decido di accogliere la proposta di Ryan di andare a fare una passeggiata. Usciamo e ci dirigiamo verso la fermata del tram che ci porta alla meravigliosa tenuta di Wilhelmshöhe, antica dimora estiva degli imperatori tedeschi. Trascorriamo così un paio d'ore esplorando una minuscola parte del parco, imboccando a caso sentieri che si insinuano tra gli alberi del bosco che circonda la magione principale. Osservare i rami spogli e contorti di questi alberi che si stagliano scuri su un cielo illuminato da un pallido sole al tramonto non possono che evocare ricordi di dipinti del periodo Romantico facendo comprendere quanto sia viscerale il rapporto tra Germania e Romanticismo.

Terminata la passeggiata torniamo a casa e ci prepariamo per uscire. Stasera il programma prevede l'uscita in un locale qua vicino, una sorta di club/discoteca dove dovrò un'altra volta adattarmi a ballare al ritmo delle dance-hit americane del momento. La cosa positiva è che il prezzo d'entrata per stasera è ridotto dal momento che si prevede uscirà poca gente essendo venerdì Santo. A quanto pare qua il Venerdì Santo è preso seriamente, nel senso che c'è una legge che proibisce alcool e danza in questa giornata.

In effetti il locale è vuoto quando ci presentiamo noi a mezzanotte e non si riempie nemmeno nelle ore successive. Miei compagni stasera sono quattro americani, i miei due coinquilini e alte loro due connazionali, Stefano, il ragazzo di Padova, e due ragazze turche. La serata si rivela un'occasione per osservare da vicino come interagiscono tra loro gli americani. Sembrano avere un linguaggio tutto loro, sia per lo slang che utilizzano che per la loro gestualità. Gesti e parole che potrebbero apparire comprensibili a noi europei in realtà sono carichi di un significato maggiore, più profondo, che solo gli americani possono comprendere. Per loro è una cosa naturale, ce l'hanno nel sangue e lo stesso vale per ogni cultura credo. Condividere lo stesso background porta inevitabilmente ad un'intesa maggiore tra le persone.

Passo parecchio tempo a conversare con loro, per cercare di capirli un po' meglio, ma direi gli stralci di conversazione che vale la pena riportare sono essenzialmente due. Sto commentando con Kyle (uno dei coinquilini) l'aspetto di due ragazze che indossano abitini che coprono lo stretto necessario e che probabilmente sono di un paio di taglie in meno, cosa che provoca l'inevitabile straripamento delle ciccie in qualsiasi direzione di sfogo. Quindi gli dico che io ed un'amica ci siamo fatte fare una maglietta con la scritta "Leggings are not pants, so cover your ass" per contrastare il fenomeno delle culone che indossano leggings come se fossero pantaloni e lui mi dice "Sì, ma a me 'sta cosa va bene" al che io esterrefatta replico "ma sto parlando di ragazze con culi enormi" e  lui mi risponde "Believe me, I'm American, I get my good deal of bad asses" (tradotto "Credimi, sono americano e di culi orrendi ne vedo parecchi") cosa che mi fa schiantare a terra dal ridere.

Poco dopo mi sposto verso il bancone del bar dove raggiungo Ryan e lo vedo afferrare un bicchiere di cocktail fresco fresco e togliere la cannuccia dal bicchiere. Quindi gli chiedo la motivazione di questo gesto e lui gentilmente mi spiega che essendo americano non può bere con la cannuccia perché essa rappresenta negli USA un simbolo fallico e quindi un uomo che succhia da una cannuccia dimostra di non essere etero. Dopodiché aggiunge che la cosa è citata perfino in una canzone, dove si sottolinea come l'uso della cannuccia faccia la differenza appunto tra americano ed europeo. Anche qui io mi spiaccico a terra dalle risate pensando che questi americani sono davvero dei personaggi particolari.  Chissà cos'altro scoprirò prossimamente...




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