domenica 20 maggio 2012

Born in the U.S.A.

Sto imparando una delle canzoni patriottiche americane "You're a Grand Old Flag"... E' un po' di giorni che questa canzone rieccheggia nell'aria, da quando Ryan l'ha cantata sulla via del ritorno dall'ennesimo party universitario. Attraversare la città a piedi alle cinque di mattina con due americani, Ryan e Chelsey, che snocciolano inni nazionali americani uno dietro l'altro è parecchio divertente. In particolare, stare molto a contatto con Ryan mi permette di conoscere la cultura americana con gli occhi di una persona che vi appartiene. Per questo motivo la cosa diventa molto interessante.

Ryan passa molto rapidamente da eventi storici a serie tv, dalla politica ai gossip sulle celebrità, cosa che mi garantisce una formazione a tutto tondo. Devo dire che in un certo senso il fatto che lui si vergogni un po' del patriottismo americano, dell'importanza che certi americani si diano, mi sorprende e mi fa in un certo senso sorridere. Ryan è estremamente disponibile nel parlare del suo paese, ma spesso conclude i suoi discorsi con "spero tu non mi giudichi male per ciò che ti ho appena raccontato". Teme davvero che io possa fare di tutta l'erba un fascio e bollarlo come cafone ignorante ed egocentrico, che ignora le culture diverse dalla sua e non si sforza di imparare una lingua straniera perché tanto la sua lingua madre è l'inglese. La stessa cosa vale anche per l'altro mio coinquilino, Kyle: entrambi cercano di non sbandierare troppo il fatto di provenire dagli Stati Uniti, come se rischiassero di essere linciati da un momento all'altro.

In ogni caso non corrono alcun pericolo, anzi sono perfettamente integrati nel gruppo degli Europei. Venerdì, ad esempio, mi è capitato di passare la serata in compagnia di un paio di americani, Jenny e Kyle, e altri studenti erasmus giocando ad un drinking game statunitense, chiamato "The Circle of Death". Il gioco è alquanto articolato: si usa un mazzo di carte da poker e ogni carta ha un valore. Le carte si mescolano, rigorosamente nello stile dei croupies: il mazzo si divide a metà e si stringe ciascuna metà in una mano. Poi le due estermità dei mazzi si avvicinano e facendo forza sui bordi si fanno scorrere le carte una per una in modo tale che le carte di una metà si incastrino con le altre. Quindi, una volta incrociati i due mazzetti, si piegano le carte a formare un arco e si fa pressione sulle carte in modo che queste scivolino una sopra l'altra. Davvero affascinante. Vorrei esserne capace anch'io. A quanto pare in America le carte si mescolano solo così.

Tornando al gioco, una volta mescolate le carte si spargono sul tavolo a formare un cerchio. Quindi ognuno a turno gira una carta e la poggia al centro del cerchio. Ad ogni carta corrisponde una determinata azione che porterà una o più persone a bere. E' incredibile come, pure da ubriachi, si riesca a ricordare ciò che si deve fare ogni volta. La difficoltà aumenta quando si pesca il nove "nine = rhyme": ciò significa che chi pesca il nove deve scegliere una parola e gli altri devono trovare una parola che rimi con questa. Ma dato che l'inglese non è la lingua madre di tutti (attorno al tavolo ci sono americani, tedeschi, italiani e spagnoli) alterniamo all'inglese lo spagnolo e il tedesco. Insomma, un macello. Ma anche questo è un buon modo per conoscere un'altra cultura. E nella mia mente rieccheggia ancora il motivetto You're a grand old flag, you're a high flying flag ta ta ta ta ta ta ta ta taaaaaaaaaa.... (ah in tedesco esiste un termine che è perfetto per indicare una canzone che ti rimane in testa e questo termine è "Ohrwurm", una cosa del tipo "verme dell'orecchio).


Nessun commento:

Posta un commento