domenica 9 ottobre 2011

Amicizia


Secondo Aristotele l'uomo è un animale sociale. Insomma, non è in grado di sopportare la solitudine. L'individualità non è una caratteristica che gli appartiene. Almeno nella maggior parte dei casi.

L'uomo è assetato di relazioni sociali, molti uomini sono dei veri e propri vampiri. Devono per forza avere uno o più compagni con cui condividere ogni singolo momento della loro esistenza. Non sono in grado di rinunciarvi, qualsiasi sia il prezzo da pagare per un po' di compagnia.

Si inizia fin dall'infanzia. Compagni di gioco, conosciuti all'asilo, alle elementari, alle medie eccetera. Praticare uno sport è un altro buon modo per socializzare, iniziare a costruirsi una cerchia di amici. Alcuni ci accompagneranno fino all'età adulta, altri invece si perderanno per strada. La scuola verrà sostituita dall'ambiente di lavoro e così via... Il radar-cerca-amici è sempre acceso, continua a roteare, instancabile, infrangibile, inarrestabile.

Alcuni sono molto bravi nel socializzare, nel costruirsi una cerchia di amici, altri meno. Ognuno attrarrà a sé una quantità di amici direttamente proporzionale al proprio carisma. Ognuno attrarrà persone che hanno affinità con il proprio carattere. Lungo il cammino il gruppo verrà sfoltito; solo gli amici più stimati e valorizzati rimarranno. Ciò che non cambia è la dinamica di fondo: un individuo ha bisogno di compagni che lo accompagnino nel suo cammino.

Il problema si presenta nel momento in cui il rapporto d'amicizia inizia a diventare sempre più intenso, quando l'amicizia invade lo spazio individuale soffocandolo. In questi casi si inizia a mettere in dubbio tale legame, soprattutto ci si inizia a chiedere cosa c'è che non va. Siamo noi, noi che sviluppiamo insofferenza verso gli amici, incapaci di comprendere cosa implichi veramente questo tipo di rapporto? Siamo insensibili, freddi ed egoisti?

Non è semplice rispondere a questa domanda e mentre ci si concentra su di essa il desiderio di riguadagnare i propri spazi diventa sempre più forte. Altrettanto forte diventa la paura di rovinare un rapporto, di offendere l'altra persona, che dopotutto non desidera altro che stare con noi perché questo le fa piacere. Ma prima o poi arriva il momento in cui si rischia di scoppiare. Il momento in cui il disgusto per le conversazioni triviali e trite che si è portati a fare con gli amici dopo aver esaurito qualsiasi argomento è insopportabile. Allora è necessario prendere le distanze. Per il bene di entrambe le parti. Del resto non vedo soluzione migliore.

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